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La Villetta per Cuba
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Buon Compleanno, Cuba!

Buon Compleanno, Cuba!

8 gennaio 2019

60 anni di Rivoluzione Cubana

 

 

 

Care compagne e cari compagni, amiche e amici, il primo pensiero che ci viene in mente nell’occasione di questo importante anniversario è quello di ringraziarvi per avere fatto la vostra rivoluzione e per averla consolidata e difesa fino ad oggi.

Il vostro esempio continua a dimostrare che siete stati capaci di prendere il destino nelle vostre mani.

Perciò, non soltanto auguri ma anche grazie. Auguri e grazie a voi e a tutto il popolo cubano, che abbiamo la fortuna di conoscere e di incontrare periodicamente nel corso dei nostri viaggi per l’amicizia e per la solidarietà nella vostra magnifica isola.

Sessanta anni fa una larga avanguardia consapevole di operai, di contadini, di intellettuali, donne e uomini, bianchi e neri liberava la vostra terra dalla feroce oppressione della dittatura sostenuta dal governo degli Stati Uniti.

Guidati da Fidel, dal Che, da Raoul, da Camilo e da decine di leader popolari e combattenti valorosi, i cubani spezzavano le proprie catene e cominciavano a costruire una società senza sfruttatori e senza oppressi.

Come sapete, l’Associazione nazionale La Villetta per Cuba impegna da parecchi anni donne e uomini di ogni posizione politica e di ogni religione che hanno scelto di testimoniare una solidarietà attiva nei confronti del popolo cubano.

In questo tempo tempestoso paesi a noi vicini sono in fiamme fra guerre per il petrolio e guerre di religione. L’Europa è attiva in varia misura nel contrasto dei focolai che stanno procurando distruzione e morte non lontano dai suoi confini, riverberandosi anche sul suolo dell’Unione con tragici attacchi terroristici.

Il mantenimento e il consolidamento della pace in ogni regione del pianeta sono nell’interesse dei popoli europei e di tutti i popoli. Storiche e feroci controversie interstatali, che appaiono tutt’oggi insormontabili, possono e devono essere affrontate e risolte per mezzo del dialogo e del reciproco rispetto.

Sotto questo profilo non v’è dubbio che, tre anni fa, uno degli avvenimenti maggiormente forieri di speranza era stata la normalizzazione dei rapporti fra Cuba e Usa.

In quell’occasione Papa Francesco ebbe a dire: “La normalizzazione dei rapporti fra Usa e Cuba deve essere esempio di riconciliazione per il mondo intero, in questa terza guerra mondiale a pezzi che stiamo vivendo”.

A partire dalla riapertura delle relazioni diplomatiche fra i due paesi, ci furono altre importanti misure distensive: dall’abolizione delle restrizioni nelle esportazioni a Cuba di prodotti non agricoli, all’autorizzazione accordata alle linee aeree cubane a operare negli Stati Uniti, all’ampliamento dei permessi per i cittadini americani di viaggiare a Cuba.

Alla luce di tale processo fu allora evidente che l’embargo americano, istituito nel lontano 1962, è soltanto l’eredità di una politica che ha fallito.

Eppure, il Presidente Donald Trump ha voluto riportare indietro le lancette della storia e ha ripristinato il bloqueo negli aspetti più odiosi.

Nel 2018 le Nazioni Unite hanno votato per la ventiseiesima volta a favore della fine dell’embargo. Su 193 paesi, 191 si sono espressi per la revoca del bloqueo, mentre Usa e Israele hanno confermato il loro diniego. Anche la recente risoluzione ha ribadito i principi di uguaglianza e sovranità fra gli Stati, del non intervento e della non ingerenza negli affari interni di un altro Stato, della libertà di commercio e di navigazione internazionale.

Il prezzo pagato da Cuba per l’effetto dell’embargo in ben cinquantasei anni è stato di quasi 200 miliardi persi. Particolarmente colpiti il commercio cubano con paesi terzi e la possibilità di investimenti esteri nell’isola.

Il bloqueo ha causato danni, difficoltà e privazioni per le famiglie cubane. E’ una misura crudele, immorale e illegale. Eppure la piccola, orgogliosa nazione caraibica ha superato perfino l’oscenità criminale della Baia dei Porci come pure tutti i grotteschi – pur drammatici – tentativi di invasione. E’ ora che il bloqueo cessi.

E’ del tutto evidente che l’abolizione dell’embargo rappresenterebbe un fattore cruciale, in grado di determinare il ritmo degli avanzamenti futuri dell’economia cubana.

Il Presidente Obama aveva capito che “americani e cubani non aspettano altro che guardare al futuro”, e aveva sollecitato i repubblicani: “Riconoscete che la guerra fredda è finita, togliete l’embargo”.

La permanenza del bloqueo ostacola gli investimenti e il commercio, anche delle imprese europee. Tutto ciò è davvero anacronistico oltreché ingiusto.

Cuba è un’opportunità per il presente e una promessa per il futuro, dato che nonostante l’embargo è riuscita a costruire un’economia che aspira ad avere un peso mondiale nell’esportazione di servizi per l’istruzione e per la sanità, ivi compresi i campi delle biotecnologie e dell’ingegneria genetica. Milioni di persone hanno riacquistato la loro salute grazie alla cooperazione di Cuba.

Più di 325 mila collaboratori hanno lavorato in 158 paesi. Attualmente 50 mila operatori sanitari sono in servizio in 68 nazioni.

Con il programma “Yes, I can” si sono alfabetizzate 9 milioni 376 mila persone in 30 stati. Più di 68 mila studenti stranieri di 157 paesi si sono laureati a Cuba.

Il 51 per cento del bilancio cubano viene impegnato nell’istruzione e nella sanità.

Anche per questo la nostra condivisione e la nostra solidarietà sono assolute e fraterne.

Una delegazione della Villetta ritornerà presto a Bruxelles per chiedere alle delegazioni del Parlamento europeo di levare forte la voce a favore della totale e definitiva revoca dell’embargo statunitense nei confronti del governo e del popolo cubani.

Il nostro sostegno alla causa di Cuba sovrana, indipendente e socialista continua.

 

Il Presidente della Villetta

Luciano Iacovino

 

Buon Compleanno, Cuba!
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